Come il contesto espositivo cambia la nostra percezione dell'IA. Esperimento di neuroestetica presso la sede di Crypta Balbi del Museo Nazionale Romano, durante la mostra “Eternal struggle of my desire”
2023
Con la collaborazione scientifica di BrainSigns
Sappiamo che l'esperienza estetica è influenzata da molti fattori diversi, che vanno dalle caratteristiche formali di un'opera d'arte alle convinzioni culturali, dalle informazioni che abbiamo sull'opera al contesto in cui l'opera viene osservata.
Recenti evidenze, provenienti dal nostro gruppo e da altri gruppi di ricerca in neuroestetica, hanno dimostrato l'esistenza di un pregiudizio negativo nei confronti delle Intelligenze Artificiali (IA) che creano opere d'arte. Infatti, i dati dimostrano che tendiamo a giudicare un'opera che sappiamo essere stata creata da un'IA come meno piacevole rispetto ad un'opera creata da un artista umano.
Nell'ambito della mostra Eternal struggle of my desire presso la Crypta Balbi - Museo Nazionale Romano (2022-2023), ci siamo chiesti se il contesto in cui l'opera viene esposta possa a sua volta influenzare il nostro giudizio su un'opera creata da un artista umano o da un'IA. In particolare, abbiamo confrontato le risposte neurofisiologiche, cerebrali e fisiche, e i movimenti oculari, con le valutazioni esplicite di piacevolezza fornite dai partecipanti all'esperimento.
I risultati di questo esperimento sono attualmente in fase di analisi.