Marco Marini presenta Ossessioni. Ovvero sette temi per immagini alla cieca, una performance che riflette sui processi generativi per il disegno alla cieca.

Ossessioni è un set minimale in cui sono presenti quattro performer e l’artista in veste di esecutore. I performer indicano all’artista cosa disegnare, il quale bendato, su di un tappeto di fogli di 14 mq, tenta di rispondere alle richieste in un tempo dato.

Marini da diversi anni porta avanti una ricerca estetica basata su due filoni principali: il disegno in deprivazione visiva, ovvero la pratica del disegno da bendati; il disegno senza il controllo visivo, ovvero produzione e riproduzione dell’immagine ad occhi aperti ma senza avere la possibilità di controllarne la realizzazione. 

Entrambe le pratiche, nella sua ricerca, non sono eseguite esclusivamente dall’artista, ma egli spesso coinvolge nell’esecuzione il pubblico o gruppi di persone selezionate secondo procedure sperimentali.

L’atto di disegnare senza vedere l’elaborato prodotto fino ad ora era stato usato da Marini per studiare le reazioni che soggetti terzi hanno quando si trovano a compiere un’azione che normalmente richiede il controllo della vista, per studiare le strategie che l’essere umano mette in campo in insolite condizioni percettive.

La deprivazione visiva nella prospettiva di Marini viene proposta da un lato come metodo per costruire immagini inconsuete, fuori dal comune, strambe, insolite, dall’altro lato come esperienza personale per mettersi alla prova sia nella produzione che nell’interpretazione dell’immagine prodotta. Egli non vuole restituire un codice di bellezza ma offrire degli strumenti inespressivi e pronti, di volta in volta, a caricarsi delle diverse proiezioni psicologiche del pubblico.